lunedì 30 luglio 2007

CheckMate volume 1

Politica, intrighi, spionaggio, cospirazioni, assassinii, tradimenti... Tutto questo è CheckMate.

Nella più classica tradizione dei romanzi di spionaggio alla Ian Fleming e John Le Carré, CheckMate è un'organizzazione che fa capo alle Nazioni Unite, il cui scopo è di mettere in pratica la politica del consiglio di sicurezza.

L'organizzazione è un gruppo misto composto da membri umani e da membri meta-umani secondo quella che viene chiamata “la regola del due”.

Tra i suoi membri troviamo personaggi ben noti quali Alan Scott -Lanterna Verde-, Sasha Bordeaux, Michael Holt -Mr. Terrific-, Beatrix Dacosta -Fire-, Amanda Waller e il Conte Werner Vertigo.

Leggere CheckMate mi ha fatto venire in mente una discussione ascoltata qualche settimana fa sul podcast Around Comics. In quella puntata i ragazzi di Chicago discutevano della corrente di realismo che sembra ultimamente pervadere molti dei fumetti pubblicati. Il discorso era molto interessante e, prima o poi, credo che ne parleremo anche noi in questa sede.

Ad ogni modo CheckMate presenta un mondo che ha molto in comune con il nostro, e soprattutto con la parte poco trasparente delle istituzioni politiche e dei poteri forti in genere.

Scritto da Greg Rucka e illustrato da Jesùs Saiz, CheckMate mette per così dire in scena l'azione dei burocrati dentro le stanze del potere, prima dell'azione vera e propria che siamo abituati a vedere connessa ai super eroi.

E' interessante a questo proposito trovare la propria chiave di lettura dei fatti presentati nel fumetto come citazione di altri fatti ed altri personaggi esistenti nel nostro mondo, prima ancora che in quello DC.

Devo dire che dopo un inizio un po' lento, anche se propedeutico alla conoscenza basilare dell'organizzazione e dei suoi elementi, il primo volume di questa serie ha cominciato ad appassionarmi così come è capace di fare una buona spy story, con il vantaggio del divertimento che può dare il vedere personaggi dotati di super poteri calarsi nei panni di agenti segreti nella migliore tradizione di 007, di Mission Impossible o delle Charlie's Angels.

Molto bello anche vedere come questi personaggi, tutti appartenenti alla medesima organizzazione, si relazionano tra loro, perennemente divisi tra lealtà contrastanti, princìpi morali e amori dolorosi.

Checkmate è una serie che consiglio a tutti gli appassionati delle storie supereroistiche ma che, grazie soprattutto alla sua impostazione “realistica” e al suo taglio da storia spionistica, è molto adatta a coloro che si avvicinano per la prima volta alle storie dei super uomini in calzamaglia!

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Alla prossima!

Frank

martedì 24 luglio 2007

L'Orgoglio di Baghdad

Storie.

Fin da quando l'umanità era giovane e gli esemplari della nostra razza si aggiravano, non già come dominatori ma come prede e cacciatori, al pari di altri animali, per le foreste e le pianure dell'Africa, gli uomini hanno sempre raccontato storie.

Le storie hanno sempre rappresentato un modo per dare un senso al mondo naturale, per organizzarlo in un sistema coerente, per catturare le paure ed esorcizzarle, e molto altro ancora. In definitiva, da sempre le storie sono state il collante per le società degli esseri umani. Tutto il nostro retaggio, l'essenza stessa della nostra millenaria esistenza su questo pianete, è racchiuso nel concetto di storia. Tutto ciò che conosciamo di noi come razza evolventesi nel tempo lo abbiamo appreso dalle storie che sono sopravvissute agli esseri organici che le hanno scritte e sono giunte fino a noi.

Le storie non sono solo i resoconti scritti ma ogni segno, intenzionale o no, che racconta qualcosa di noi, di come siamo, di ciò che sentiamo, di ciò che bramiamo.

I fumetti, come i romanzi e i film, sono potenti strumenti per raccontare storie.

Nonostante lo status di letteratura reietta che il fumetto ha nella nostra società contemporanea, l'efficacia comunicativa di una storia raccontata contemporaneamente per mezzo di immagini e parole è innegabile. A ben guardare i fumetti sintetizzano la prolissità del romanzo e la sinteticità del cinema in una formidabile formula comunicativa.

Tutto questo per introdurre il fumetto di cui vorrei parlare oggi.

L'Orgoglio di Baghdad, questo il nome del volume, è un eccellente esempio di come un fumetto possa, non solo raccontare bene una storia, ma riuscire a proporre diverse chiavi di lettura legate a tematiche importanti ed attuali. Dal particolare al generale insomma.

Il volume presenta la storia, ispirata a fatti realmente accaduti, di quattro leoni che, in seguito ad un bombardamento americano, fuggono dalle rovine dello zoo di Baghdad.

Nonostante l'Orgoglio di Baghdad sia ambientato durante l'ultima invasione dell'Iraq da parte delle forze anglo-americane, descrivere la guerra non è l'obiettivo principale del fumetto.

I leoni ci permettono di osservare un traumatico evento storico da un punto di vista tanto insolito quanto interessante. E' grazie ad essi, al loro modo ingenuo e spaventato di aggirarsi per le strade della città deserta, che riusciamo a riflettere sulle tematiche che traspaiono da questa storia.

Il leone, predatore per eccellenza, predatore alfa1, si trova a conoscere e subire suo malgrado la furia di quello che, da preda quale era, ha fatto di sé qualcosa di diverso, qualcosa che si muove parzialmente al di fuori degli schemi della vita naturale e che ha ottenuto il potere di plasmare il mondo.

Il modo in cui gli esseri umani perpetrano la distruzione attraverso metodi incomprensibili per gli animali (i razzi sembrano lucciole) e per scopi a loro totalmente sconosciuti, mette in risalto l'assoluto, patologico diremmo, egocentrismo della nostra specie.

Che cos'è la libertà? Che cosa significa essere liberi? Che rapporto c'è tra la percezione della libertà e la libertà di fatto? Queste sono alcune delle domande che mi sono posto mano a mano che procedevo con la lettura della storia.

L'Orgoglio di Baghdad è una grande storia, superbamente narrata da Brian K. Vaughan ed illustrata da Niko Henrichon. Il ritmo della narrazione (intesa da me come un tutt'uno di scritto+illustrato) è ora scattante e rapido, ora di ampio respiro sino a raggiungere momenti di lirismo senza che questo appaia comunque pretestuoso. Il taglio è molto moderno e cinematografico.

Leggendo questa opera mi sono entusiasmato ma anche commosso. Credo che un volume che abbia la forza di far provare emozioni come queste in chi lo legge meriti certamente di essere letto.

A presto.

Frank

1 Alla Ricerca del Predatore Alfa, David Quammen, Adelphi 2005

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domenica 22 luglio 2007

Lanterna Verde - Freccia Verde Absolute Edition


Eccoci ad una nuova recensione fatta da Fumetti di Carta. Questa volta si tratta del volume Lanterna Verde - Freccia Verde Absolute Edition. Ricordate che se siete interessati a leggere la recensione completa, la potete trovare sul sito di Fumetti di Carta a questo link. Buona lettura! Frank

...LEGGENDE.

Due Leggende, due archetipi immortali - ora moderne divinità - che richiamano miti antichissimi.
In fondo questo sono i supereroi: Dei che soffrono e vivono in mezzo all'umanità. Il più delle volte, a dire il vero, si scazzottano tra loro - esattamente come hanno sempre fatto i Miti di ogni tempo e latitudine - per far sì che trionfi il Bene, cioè la loro concezione di Bene.

Un'altra Leggenda, che suscita a tutt'oggi qualche stridor di denti a tutti quegli adorabili nerd che ancora si divertono a "suddividere & classificare affinché il Loro Ideale trionfi", è quella che vuole che la DC Comics, a differenza della Marvel, abbia sempre e solo sfornato prodotti di "pura evasione", scollegati dalla realtà, astratti; troppo iconici, appunto.

Beh, quella leggenda è una panzana; benevola e innocua, ma pur sempre una panzana. Tenuto presente che sia DC Comics che Marvel hanno entrambe prodotto e tutt'ora producono, con fisiologici alti e bassi, ottimi fumetti supereroistici, l'identificare gli Anni 70 dell'una come vacui e dell'altra come "impegnati" viene smentito proprio da questa serie, amatissima e giustamente leggendaria: Green Lantern/Green Arrow, scritta da Dennis O'Neil e disegnata da Neal Adams.

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martedì 17 luglio 2007

La Perdida di Jessica Abel

Ciao a tutti,

di seguito trovere l'anteprima della recensione al volume "La Perdida".
Perché l'anteprima di una recensione, vi chiederete voi. La risposta è molto semplice. Frank Was Here collabora con il sito web Fumetti di Carta che, tra le altre cose, propone le recensioni di alcuni volumi di fumetti. In questo blog posteremo le anteprime di alcune loro recensioni, rimandandovi poi al loro sito per terminare la lettura.
Pensiamo che le loro recensioni siano molto ben fatte e possano essere di interesse, nonchè di aiuto, per coloro interessati ad approfondire la conoscenza di pubblicazioni non banali.
Godetevi quindi la prima recensione! A breve ne arriveranno altre!

Frank


La Perdida
Jessica Abel
brossura, b/n, 288 pag., € 19,00 - Magic Press, 2007 - Black Velvet


Cosa dire di questo volume? Tanto per cominciare che è da leggere, e forse potrebbe già bastare. Ma giustamente una recensione non può limitarsi a una riga, per cui andiamo avanti. Jessica Abel è una artista proveniente dalla scuola indipendente/underground americana di cui i lettori italiani avevano già avuto modo di leggere alcune storie brevi pubblicate da Black Velvet, ma qui si cimenta in un vero e proprio romanzo grafico che narra le avventure (o disavventure) di Carla, ragazza statunitense di origine messicana, che si trasferisce a Citta del Messico per trovare un qualcosa che non sa nemmeno lei cosa sia.

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Upgrade al sito www.frankwashere.com

Ciao a tutti,

volevo annunciarvi che, nell'ottica di un miglioramento continuo del servizio e a seguito delle richieste pervenute da molti di voi, abbiamo introdotto un upgrade al sito www.frankwashere.com
In pratica abbiamo aggiunto un elenco alfabetico di tutti i prodotti presenti sul sito in modo da agevolare il processo di ricerca di titoli specifici.
La pagina è accessibile dal menu a tendina "SHOP" come si vede dalla figura qui allegata.











Alla prossima!

Frank

mercoledì 11 luglio 2007

Con i fumetti non ci incarto il pesce


Dovete sapere che Frank è una realtà bi-cefala. Ovviamente voi non saprete mai quale emisfero cerebrale ha scritto cosa.. Tuttavia uno dei due cervelli che compongono la realtà di Frank (leggi pure uno dei due soci, eh eh..) ha di recente scritto un breve articolo che è stato pubblicato sul numero 121 di Mega, il catalogo di Alastor.
L'articolo vuole essere una riflessione. Senza troppe pretese, solo una riflessione da fare mentre si prende il caffè al mattino o mentre portate il cane al parco. Per completezza vi riporto l'articolo per intero qui sotto. Se poi vorrete condividere le vostre riflessioni in pillole.. bè, il tasto aggiungi un commento è li apposta.

"- Con i fumetti non ci incarto il pesce -

Quello del fumetto è un settore abbastanza atipico. Non tanto per la sua conformazione, intendiamoci. Abbiamo Autori, Editori, Distributori e Lettori. Se lo descrivo così non sembra molto diverso dal settore editoriale classico, che si tratti di libri, riviste o quotidiani. Una delle differenze principali sta nei problemi che ciascun attore del mondo del fumetto deve affrontare. Uno, in particolare, è comune a tutti: il preconcetto. Per la maggior parte delle persone che stanno al di fuori del settore, i fumetti hanno un aspetto colorato, sono fatti di carta, sono comprati da ragazzini o da persone che desiderano ancora esserlo. Chi nella propria esperienza d’ Autore, Editore, Distributore o Lettore non si è mai scontrato con preconcetti, risatine a denti stretti o luoghi comuni?Ora, potrei anche dilungarmi su quanto sia sbagliato tutto questo, su quanto i fumetti abbiano un valore culturale rispettabile, sulla passione che muove chi nel settore ci lavora e cose simili, ma se state leggendo queste righe probabilmente sono cose che già sapete. Ciò che volevo portare alla vostra attenzione è una considerazione. Che atteggiamento ha nei confronti del fumetto chi lavora in questo settore? Quali sono le parole con cui lo descrive, la considerazione che ne ha, le iniziative che propone? Quale il modo, in sostanza, con cui questo mezzo di diffusione della cultura viene presentato?Da anni frequento fiere, diverse fumetterie, forum d’ appassionati, insomma incontro persone che il fumetto lo leggono, lo vendono e lo scrivono.Spesso mi capita di soffermarmi davanti ad uno stand, di osservare una vetrina o di leggere un commento e mi sembra che ci sia una tendenza ad auto-ghettizzarsi. Non sempre, intendiamoci, ma spesso. Vedo stand alle fiere che trasudano passione e impegno, questo non lo metto in dubbio, ma che a volte somigliano troppo a delle bancarelle. Alcune fumetterie che ho visitato soffrono di problemi simili e via dicendo??. Il concetto di fiera-mercato credo non vada preso così alla lettera...Spero che nessuno si risenta per questa mia considerazione, vuole essere puramente costruttiva ed offrire uno spunto di riflessione qual’ ora riteniate che ci possa essere. Forse prima di prendercela per come veniamo visti dal mondo esterno, dovremmo valutare bene quale sia l’opinione che abbiamo per noi stessi, quale la reale considerazione che abbiamo per questo settore, come lavoratori del mondo del fumetto e come appasionati e, alla fine, capire come vorremmo essere.

Il resto probabilmente verrà da se."

sabato 30 giugno 2007

Lettura da Weekend... Indigo Blue

Ciao a tutti!

Con l'apertura al pubblico del progetto Frank Was Here, il 19 maggio scorso, mi è tornata l'atavica voglia di leggere fumetti. Eh si, lo ammetto, quello che scrive non è il Frank super esperto di fumetti. Quello è il mio socio. Io dà un po' di tempo avevo smesso di leggere fumetti, più che altro per una questione di tempo: gli impegni erano diventati così pressanti da limitare tremendamente il mio tempo libero. Adesso come adesso in realtà gli impegni sono aumentati molto, tuttavia, grazie al progetto Frank Was Here, ora ho una “scusa” professionale per riprendere la bella abitudine di leggere fumetti.

Venendo all'argomento di questo post, ieri notte, mentre finivo di caricare sul sito i nuovi prodotti arrivati, sono rimasto colpito da uno di essi. Si tratta di un manga edito dalla Kappa Edizioni all'interno della collana Manga San. Io sono una di quelle persone che quando si avvicinano ad un prodotto, libri e fumetti compresi, valuta tutte le componenti comunicative dell'oggetto; non solo la sostanza ma anche la forma. Devo dire che Indigo Blue, questo il nome del fumetto che ho letto, mi ha subito attratto per il formato, il design della copertina e la qualità della carta. Questo si chiama approccio olistico...

In effetti poi ho letto che questa collana raccoglie quei fumetti giapponesi dal carattere moderno, alternativo e dalla struttura narrativa forte.

Tutto lasciava ben sperare...

Brevemente, la storia parla di un triangolo amoroso del quale il vertice è una scrittrice di romanzi che affronta la sua ritrovata omosessualità in modo un po' (passatemi il termine) tragicamente acrobatico. Non voglio soffermarmi ora a raccontare la storia in quanto non voglio correre il rischio di svelare parte dell'intreccio narrativo.

Dico subito che la storia mi è piaciuta molto.

Mi è piaciuta perché mi è sembrata molto vera. Naturalmente io non mi considero un esperto di rapporti omosessuali, tuttavia ho avuto modo di poter osservare in modo indiretto, attraverso circa dieci anni di confidenze di una mia cara amica, le problematiche e le peculiarità che questi tipi di rapporti (almeno quelli femminili) comportano. Devo dire che la scrittrice e disegnatrice Ebine Yamaji è riuscita a mettere in scena delle situazioni davvero verosimili all'interno delle quali rivedo molte delle situazioni e dei sentimenti che sono stati parte dei frequenti colloqui avuti con la mia amica.

Lo stile narrativo è moderno, veloce e pulito sino a rasentare l'essenziale. I disegni sono in linea con lo stile della narrazione e danno forza ai testi.

Come si legge sulla copertina, Il fumetto è consigliato ad un pubblico maturo. Tuttavia devo dire che pur affrontando temi forti quali il sesso, il tradimento e le menzogne, questi sono sempre trattati in modo molto naturale senza scadere mai in gratuiti eccessi di scabrosità o violenza psicologica.

Qualcuno di voi l'ha letto?

Mi piacerebbe molto conoscere la vostra opinione su questo fumetto.

A presto!

Frank

P.S.: Secondo voi il fatto che l'iniziale del cognome della scrittrice Y corrisponda al “nome” di un personaggio cruciale del fumetto è una coincidenza?

Per informazioni e acquisti su Frank Was Here la scheda del prodotto si trova qui:

Indigo Blue